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Q. Horatius Flaccus

Carmina 1,11

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. ut melius, quidquid erit, pati.
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem quam minimum credula postero.

 

Traduzione

Tu non devi cercare di sapere, Leuconoe -non ci è lecito- che limite
abbiano imposto a me e a te gli dei; e non tentare
con l'oroscopo dei Babilonesi. Molto meglio accettare quel che sarą.

Sia che Giove ci abbia assegnato molti inverni, sia che ci abbia concesso come ultimo
questo che ora fiacca il mar Tirreno contro la barriera scabra degli scogli;
tu resta saggia. Filtra il vino e, poichč lo spazio che abbiamo č poca cosa,
tagliale le aspettative che vanno troppo in lą. Mentre noi parliamo, il tempo ingeneroso
del nostro esistere č gią fuggito via. Coglilo quest'attimo e sul futuro fa' affidamento meno che puoi.

 

Note

Le parole del testo latino evidenziate in rosso segnano passaggi testuali la cui interpretazione non è univoca o che, in sede di traduzione, sono stati interpretati piuttosto che resi in modo assolutamente aderente ai valori linguistici originari, per far cogliere alcuni possibili significati del carme.

ut= avverbio esclamativo "come"; verbum de verbo "come meglio!". L'enfasi dell'espressione puà essere resa in Italiano moderno da una forma di superlativo.
pumicibus= ablativo plurale del sostantivo pumex "pomice"; secondo Plinio N.H. 36,154 pumices sono le rocce corrose.
spatio brevi= il valore dell'ablativo non è chiaro. Nella traduzione è stato interpretato come un ablativo assoluto con valore causale, ma potrebbe trattarsi di un semplice ablativo di luogo "entro uno spazio breve", solo ridondante rispetto al concetto poi espresso dal congiuntivo esortativo reseces "ritaglia, accorcia (entro uno spazio breve)". La parola spatium può indicare in latino sia lo spazio vero e proprio che un lasso di tempo.
fugerit= è una forma di futuro anteriore "sarà fuggito via" a indicare l'istantaneità dell'evento e contemporaneamente la sua ineluttabile certezza. Il futuro anteriore esprime infatti una evento a venire la cui realizzazione è già data per scontata.
carpe diem= è il passaggio più celebre del testo, ma l'interpretazione è problematica. Tradizionalmente letto in senso esistenziale lato "afferra l'attimo" (il verbo carpere indica il gesto di spiccare un frutto dal ramo) secondo la filosofia epicurea, può però essere interpretato in modo meno suggestivo, forse, e molto più limitato, ma contestualizzato nella situazione allusa dal carme: una scena di simposio a due, che ha per protagonisti il poeta e una donna, Leuconoe ("dalla mente candida"), il cui nome la dichiara essere una liberta, come liberte sono le amanti di Orazio. Il senso della breve allocuzione può allora essere diversamente orientato, entro un orizzonte erotico e occasionale: "amami ora".

 


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